Con rinnovato impegno
“Dio onnipotente,
fa’ che viviamo con rinnovato impegno
questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto,
per testimoniare nelle opere
il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede.”
Letta con attenzione, può apparire come un piccolo capolavoro, una sintesi semplice e profonda di vita cristiana questa breve preghiera che caratterizza la Messa domenicale di oggi, sesta domenica di Pasqua.
Con queste poche parole chiediamo al Signore di aiutarci a vivere “con rinnovato impegno questi giorni di letizia”… e ci sembra che questa preghiera parli proprio di noi, del momento che stiamo vivendo, del desiderio che tutti condividiamo di riprendere una vita un po’ più serena, dopo il tempo della preoccupazione e dell’isolamento che sono stati le caratteristiche dominanti delle ultime settimane.
L’impegno, per il cristiano, va continuamente “rinnovato”. Non si può mai dare per scontato, perché non si cammina nella vita motivati da qualche entusiasmo vuoto e passeggero, ma eventualmente perché Qualcuno ci anima da dentro e mantiene viva in noi quella spinta a vivere con saggezza, a fare con buona volontà quanto ci è richiesto, a dare senso e valore alle nostre giornate. “Non chi comincia, ma quel che persevera”, è scritto come motto e come saggia ammonizione sul ponte della nave-scuola “Amerigo Vespucci”, quasi a dire che non basta salpare e uscire dal porto, ma è necessario continuare a mantenere dispiegate le vele, sulla barca come nella vita.
Ma questa preghiera ci ricorda anche che l’impegno non nasce semplicemente da motivazioni personali, per quanto profonde, autentiche e significative. Per il cristiano l’impegno è soprattutto “testimonianza”, cioè un vissuto abituale, che si fa relazione e incontro con gli altri, dal quale traspare l’esperienza fondamentale che dovrebbe sostenere tutta la nostra vita: l’esperienza dell’incontro con il Cristo morto e risorto, quel “memoriale della Pasqua” che è l’oggetto, il cuore e il centro di ogni nostra celebrazione.
Nel momento in cui riprendono, con tutte le precauzioni che ci sono richieste, le celebrazioni pubbliche dell’Eucaristia forse non poteva esserci preghiera migliore da rivolgere al Signore: chiedere come un dono di saper celebrare sempre “con rinnovato impegno” non tanto delle “cerimonie”, magari piacevoli e ben curate, quanto piuttosto quel “memoriale” che è il ricordo vivo ed efficace della morte del Signore Gesù, del dono del suo Spirito, della fedeltà del Padre che lo ha risollevato dalla morte. Un “ricordo” mai privo di efficacia, perché animato dallo Spirito Santo, il “Paraclito”, cioè “Colui che viene chiamatoin aiuto”, perché – come dice Gesù – “rimanga con voi per sempre”. Una ripartenza, dunque, piena di trepidazione e di fiducia, che ci auguriamo fatta certamente di un “rinnovato impegno”, ma soprattutto “animata dallo Spirito”.
d. Francesco